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Quality-label
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La Caritas Diocesana di Patti ha ufficialmente ottenuto il “Quality Label” o “Marchio di qualità” dall’Agenzia Italiana per la Gioventù, passaggio necessario per poter accogliere e inviare volontari nei progetti di Corpo Europeo di Solidarietà (European Solidarity Corps – ESC). La Caritas Diocesana è risultata tra gli unici 7 enti in Italia, su 58 domande pervenute, a ricevere l’accreditamento sia nel ruolo di accoglienza che nel ruolo di sostegno.

Per l’appunto, gli enti che intendono partecipare al Corpo europeo di solidarietà per promuovere le attività di volontariato devono possedere l’accreditamento, denominato Quality label o Marchio di qualità. L’assegnazione del marchio è un processo che certifica che un’organizzazione può e intende svolgere attività di solidarietà di alta qualità in conformità con principi, obiettivi e standard di qualità del Corpo europeo di solidarietà.

Esistono due tipologie principali di Marchio di qualità, in funzione del ruolo (o dei ruoli) che l’organizzazione intende svolgere:

  • ruolo di accoglienza, che comprende l’intera gamma di attività relative all’accoglienza di un partecipante al Corpo di solidarietà, tra cui il programma e il sostegno durante le fasi del progetto;
  • ruolo di sostegno, che consiste nel sostenere, preparare e/o formare i partecipanti prima della partenza, nello svolgere attività di mediazione tra loro e le organizzazioni di accoglienza e/o nel fornire sostegno ai partecipanti una volta ritornati dall’attività.

Da due anni per diverse settimane, la Caritas Diocesana di Patti ospita, in collaborazione con l’Associazione “Informagiovani ETS” di Palermo, giovani provenienti da altri Paesi Membri dell’Unione Europea e da Paesi extra europei per impiegarli, a supporto di Operatori e Volontari, nelle consuete attività caritative come la distribuzione alimentare – alle Parrocchie presso il Magazzino Diocesano e alle persone presso il Centro Interparrocchiale di Sant’Agata di Militello – in attività di stoccaggio di materiali donati, nelle iniziative di beneficenza e nelle raccolte alimentari cittadine.

Queste esperienze permettono di contaminare e farsi contaminare dalle buone pratiche e, al contempo, di aprire il territorio diocesano e nebroideo all’Europa.

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